Carrà Gaini

Rendicontazione di sostenibilità per costruire un’azienda virtuosa

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Lo scorso 28 novembre è stata approvata la Direttiva in materia di comunicazione societaria sulla sostenibilità aziendale, dando avvio all’obbligo di rendicontazione  – non finanziaria – sull’impatto delle attività d’impresa in termini ambientali, sociali e di tutela dei diritti umani.

Economia sostenibile

Abbiamo già parlato di sviluppo sostenibile in un nostro articolo precedente.

In questa sede, azzardando una sintesi estrema, potremmo dire che sta prendendo sempre più forza l’obiettivo di creare un modello organizzativo e di cultura aziendale diretto allo sviluppo sostenibile, basato su tre dimensioni – economica, sociale e ambientale -, allo scopo di valorizzare l’impresa sul mercato in un’ottica di lungo periodo.

Sarà diverso quindi anche l’approccio di  valutazione e definizione del bilancio che includerà i tradizionali dati contabili, integrati con quelli non finanziari connessi agli obiettivi di sostenibilità.

Con la nuova Direttiva le imprese dovranno responsabilizzarsi adottando un modello di governance che integri i principi dello sviluppo sostenibile sui processi produttivi e di business, in linea al programma dell’Agenda 2030 e ai relativi Obiettivi di Sviluppo, promossa dall’ONU.

Il proposito è consolidare un’economia sostenibile che valorizzi ogni impresa a livello non solo di gestione aziendale e reputazionale, ma anche a difesa e contrasto di atti di concorrenza sleale, come il fenomeno del greenwashing.

Si tratta di una pratica di marketing adottata dalle aziende che dichiarano al mercato di essere “eco-friendly”, allo scopo di attirare il consumatore, guadagnare in profitto e in reputazione, ma riportando in realtà dichiarazioni ingannevoli.

Direttiva rendicontazione sostenibilità d’impresa

La Direttiva introduce e rafforza le informazioni non finanziarie, carenti in quella precedente (Regolamento (UE) n. 537/2014) ritenuta di fatto non adeguata alla transizione verso un’economia sostenibile.

I destinatari della Direttiva

Le imprese di grandi dimensioni, a partire dal 1° gennaio 2024, ma anche le PMI quotate in mercati regolamentati, per le quali sarà previsto un periodo di transizione per adeguarsi alla Direttiva, il cui obbligo inizierà a partire dal 1° gennaio 2026.

Sarà applicabile anche ad imprese estere che registrano un fatturato di 150 milioni di euro nel territorio dell’Unione europea, e alle PMI non quotate, ma su base volontaria.

L’adeguamento completo di tutte le imprese interessate alla Direttiva dovrà avvenire, anche se con tempistiche differenti, entro il 2028.

La sfida della sostenibilità: opportunità e vantaggi

L’adozione di politiche di sostenibilità d’impresa nel proprio modello aziendale offre ad ogni impresa l’opportunità di:

  • una più efficace razionalizzazione e gestione dei processi aziendali e dei relativi rischi, a tutela dell’ambiente e della reputazione aziendale;
  • rendere più efficiente la produzione riducendo gli sprechi e i costi;
  • una maggiore competitività sul mercato e fidelizzazione del cliente.

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