Carrà Gaini

Protezione del brevetto: asset tra bilancio e concorrenza sleale

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Il brevetto è un importante asset intangibile di un’azienda che genera un valore economico come diritto di Proprietà industriale (PI), tramite lo sfruttamento dell’invenzione, e incrementa la competitività tra le imprese.

L’invenzione è solo il primo passo di un complesso processo che la porterà all’eventuale riconoscimento nel brevetto (come meglio spiegato nel nostro precedente contributo).

Per cui il trasferimento tecnologico (meglio detto industrializzazione) che rappresenta l’applicazione dell’invenzione, ne consente la sua trasformazione in prodotto o servizio, che verrà poi commercializzato sul mercato.

Da qui brevi noti ai naviganti, per una visione economico-aziendalista del brevetto.

Brevetto e patrimonio aziendale

Il brevetto assume un ruolo rilevante per la crescita dell’impresa, in una dimensione innovativa globale e interdisciplinare.

Un processo complesso, che deve tener conto della possibilità di industrializzare l’invenzione, e se così:

  • dell’effettiva necessità e/o convenienza alla brevettazione di un’invenzione;
  • degli specifici effetti, anche economici, che il titolo brevettuale potrebbe produrre sull’azienda.

Pertanto, è essenziale che l’investimento sul processo di brevettazione sia ben progettato, puntando su strategie volte a mantenere in vita il brevetto, anche dopo l’ottenimento della relativa concessione.

Infatti, mettere in atto un’idonea strategia brevettuale richiede, non solo ampie competenze in materia, ma anche la capacità di consentire al titolo brevettuale ottenuto di generare valore per l’azienda, rientrando quindi anche dei costi sostenuti.

Valutazione economica del brevetto: rischi o potenzialità

Il primo presupposto per la valutazione economica di un brevetto è la presenza di tutti i requisiti di validità in termini tecnici e giuridici (novità, attività inventiva, applicazione industriale, per ottenere un diritto di esclusiva di sfruttamento dell’invenzione).

Un altro presupposto per l’analisi del titolo brevettuale, a cui attribuire un valore monetario, è rappresentato dall’esame dei relativi aspetti tecnologici e produttivi, al fine di individuarne il peso applicativo sui prodotti/servizi.

Utilità della valutazione economica

Per una corretta valutazione del brevetto, si rende necessario l’impiego di un approccio interdisciplinare, che tenga conto di tutti gli elementi legati alla realizzazione e deposito di un brevetto:

  • strategici, tecnici, di distribuzione commerciale;
  • giuridici (livello di protezione dato dalla concessione, estensione delle rivendicazioni e copertura della tutela);
  • fiscali e contabili (valutazione in bilancio del brevetto).

Oltre ai settori specifici su cui è utile la richiesta di valutazione di un brevetto:

  • trasferimento tecnologico;
  • concessione in licenza, in riferimento soprattutto al conteggio delle royalties;
  • liquidazione di una azienda e conseguente vendita del brevetto;
  • quantificazione del danno economico per atti di concorrenza sleale e contraffazione (con conseguente perdite commerciali e riduzioni delle vendite).

 

Sta di fatto che la determinazione del valore di un brevetto non avviene con criteri standardizzati, ma può essere effettuata applicando diversi metodi di valutazione, caso per caso, sia in riferimento al patrimonio aziendale nel suo complesso, sia, a prescindere da questo, in base al ciclo di vita del brevetto, alle sue finalità e applicazioni.

Modelli di valutazione 

In base all’obiettivo strategico scelto, l’imprenditore adotterà il metodo di valutazione più adatto al fine di una migliore protezione del brevetto.

Per questo ogni momento decisionale del ciclo di vita del titolo brevettuale è di fatto un’opportunità di valutazione:

  • a partire dalla scelta per l’imprenditore di tutelare l’invenzione tramite il brevetto, anziché solo con il segreto industriale;
  • a quanto investire a bilancio per progettare il brevetto, realizzarlo e garantirne il suo sfruttamento sul mercato.

Pertanto, per brevettare si impiega o un “modello tradizionale”, il cui solo scopo consiste nelle protezione del brevetto da possibili contraffazioni, imitazioni, e violazione dei diritti di PI, e, a garanzia del suo mantenimento in vita, anche nell’analisi del suo grado di validità, che può essere di tipo:

  • tecnico, in cui individuare che non ci siano ulteriori invenzioni che superino in tecnologia quello d’interesse, rendendolo pertanto inefficace;
  • economico, in cui individuare quanto il brevetto sia incorporabile in un prodotto che si è rivelato di scarsa economicità.

Oppure si utilizza un “modello innovativo” che procede alla brevettazione al fine di estrapolare il suo valore, in particolare dalla cessione in licenza del brevetto o dal suo acquisto/vendita sul mercato.

In questo modo la valutazione assume un carattere economico: l’imprenditore stesso inizia a comprendere perché e quanto sia essenziale che i brevetti possano generare valore per l’impresa, tale da contraddistinguere i propri prodotti/servizi offerti.

Iscrizione a bilancio del brevetto

Il valore economico del brevetto si riscontra anche dal suo contributo in termini di profitto sul bilancio dell’azienda, rispetto alle attività legate al processo di brevettazione dell’invenzione e, a garanzia della tutela, alle fasi successive di monitoraggio di esclusività del brevetto e di mantenimento in vita.

In questo segmento si inserisce poi l’imputazione di spesa al campo Ricerca e Sviluppo.

Ed infatti nell’ambito del processo brevettuale e ai fini della relativa valutazione, occorre tenere presente, come menzionato, non solo gli aspetti tecnici e giuridici, ma anche quelli fiscali e contabili, effettuando altresì un’analisi finanziaria-reddituale in avvio ed in esito al processo.

Analisi costi/profitto

Sarà opportuno verificare:

  • i costi e gli investimenti sostenuti in tutte le fasi della procedura brevettuale (progettazione e domanda di brevetto, tasse di deposito, tasse di mantenimento);
  • la specifica “capacità reddituale del brevetto”, ossia il suo valore in funzione della relazione tra profitto desiderato e quello ottenuto dal suo sfruttamento economico.

Certamente non è questa la sede in cui parlare dello specifico aspetto economico-contabile dei titoli brevettuali, ma è interessante notare che nel bilancio di esercizio civilistico (secondo il modello del codice civile, artt.2423 e ss.) si collocano sotto la voce delle “immobilizzazioni immateriali”.

In particolare, nella sezione dell’Attivo dello Stato Patrimoniale, quindi capaci di generare guadagni e benefici futuri, in seguito alla vendita di prodotti/servizi connessi agli stessi, così come una riduzione dei costi, se il brevetto, ad esempio, è applicato ad un nuovo processo produttivo aziendale.

La registrazione contabile in bilancio di un titolo brevettuale, è obbligatoria, in quanto immobilizzazione e, di fatto, bene immateriale sottoposto ad una tutela giuridica.

Pertanto su di esso è essenziale applicare i criteri di ammortamento e svalutazione, in relazione all’utilizzo residuale e alla perdita di valore che il brevetto stesso può subire per il trascorre del tempo.

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